Progetto: Andrea Branzi e Toyo Ito & Associates
con:
Taku Adachi, Florian Busch, Christoph Cellarius,
Giuseppe Galli, Takeo Higashi, Ahihisha Hirata,
Takayasu Hirayama, Daniele Macchi, Kenta Sano,
Shinichi Takeuchi, Yuichi Yokokawa
Anno: 2003-2004
Concorso: “Forum for Music, Dance and Visual Culture” per la città di Gent
Conservato presso: Archivio storico Centre George Pompidou a Parigi
Il Gent Music Forum, come un grande meccanismo introflesso, è un sistema di spazi fluido la cui complessità interna è profondamente diversa dalla forma complessiva dell’edificio.
Come nella scienza della fisiologia che descrive l’ambiente interno del corpo, i suoi percorsi digestivi, le attività endocrine e la produzione enzimatica, questo è un edificio semplice all’esterno, ma molto complesso all’interno.
La struttura urbana oggi è fatta di servizi, prodotti, componenti, ambienti, climatizzazione, strutture sonore e percettive, che producono un sistema di gallerie contenute dall’architettura, ma impossibili da rappresentare attraverso i comuni codici figurativi dell’architettura stessa.
Da qui nasce questo organismo architettonico in cui, come in una grande spugna sonora, tutti gli spazi possono essere connessi, attraversati, aperti, creando una sorta di struttura elastica e galleggiante, situata tra i canali e la città storica.
E’ come una grande struttura di vetro che permette la visibilità della complessità interna attraverso le superfici luminose delle facciate.
Un nuovo teatro dunque, per la nuova musica, diffusiva, liquida, che invade lo spazio e non resta chiusa dentro a una sala blindata.
The Gent Music Forum, as a big introflexed working, is a fluid system of spaces whose interior complexity is deeply different from the whole shape of the building.
As in the physiology science that describes the interior environment of the body, its digestive ways, its endocrine activities and its enzymatic outputs, this is a building simple outside, but very complex inside.
The urban structure is today made of facilities, products, components, environments, air conditioning, sound and perceptive structures, that produce a system of tunnels contained by architecture, but impossible to render through the common figurative codes of architecture itself.
Thus comes out this architectural organism where, as in a big sound sponge, all the spaces can be connected, crossed, opened, creating a sort of elastic and floating structure, placed between the canals and the historical city.
It’s like a big glass structure that allows the visibility of the inner complexity through the luminous surfaces of the facades.
A new theatre, thus, for new music, that is liquid and spread, that invades the space and is no longer closet into an armoured hall.
Andrea Branzi 2003