Dolmen

Progetto: Andrea Branzi
Assistenti al progetto: Daniele Macchi, Francesca Bovalino
Anno: 2015
Galleria: Antonia Jannone
Foto: Daniele Macchi
Video: Anna Serena Vitale

Oggi la cultura del progetto ha perso i suoi punti storici di riferimento,sia di natura ideologica che compositiva, per questo motivo può essere interessante indagare l’origine primordiale e le tecniche primitive di costruzione dell’ambiente, attraverso una nuova interpretazione delle civiltà megalitiche, dei dolmen, dei menhir, come compresenze di una modernità dove il passato, il presente e il futuro non sono conflittuali ma interscambiabili. Nell’epoca attuale, dove come nell’Amazzonia, non esistono più “realtà esterne” al mondo contemporaneo, riemergono comportamenti “animali”, la cui origine deve essere ricercata in quelle avanguardie storiche che reinterpretarono la legge di Darwin come reversibile : se l’uomo deriva dalla scimmia, l’uomo puo’ ritornare alla sua condizione animale, intesa come condizione di massima libertà e modernità. L’origine di questa tendenza furono i Merzbau di Kurt Schwitters (1887-1948), i dripping di Jackson Pollock (1912-1956), e soprattutto, “l’uomo-gorilla” intrappolato nei quadri di Francis Bacon (1909-1992), espressioni del conflitto tra la natura anarchica dell’uomo e l’ordine della modernità calvinista. Dai filari di pietre di Carnac ( V-III millennio a.c.), come ordinamenti primordiali del territorio, fino ai microambienti dove materiali moderni e primitivi collaborano a una definizione sacra dell’ambiente umano. Queste ricerche teoriche sono parte di quella nuova “drammaturgia del progetto”, volta a superare i limiti di una Modernità patinata, elegante, che nasce dall’indifferenza verso le grandi tematiche antropologiche come la vita, la morte, l’eros, la metafisica, l’angoscia di vivere.

The culture of design and architecture today has lost its traditional points of reference, both in the ideological and practical sense. This is the reason why it could be interesting to examine the primordial origins and primitive methods of constructing the environment, through a new interpretation of megalithic civilisations, dolmens and menhirs, understood as a shared presence in a modernity in which the past, present and future is not in conflict but inter-changeable.
In the present day when, like in the Amazon, realities ‘external’ to the contemporary world no longer exist, we are seeing a return to ‘animal” behaviour the origin of which must be looked for in those avant-garde thinkers of the past who reinterpreted Darwin’s theory as reversible: if mankind descends from monkeys, then mankind can return to his animal condition, understood as a condition of maximum liberty and modernity.
The origins of this tendency are in the Merzbau by Kurt Schwitters (1887-1948), Jackson Pollock’s dripped paintings (1912-1956) and, above all, in Francis Bacon’s (1909-1992) caged “gorilla-man”; expressions of the conflict between man’s anarchic nature and modern day Calvinistic order.
From the rock carvers of Carnac (5th to 3rd millennium B.C.) as primordial organisers of their surroundings, up to the micro-environments in which modern and primitive materials work together to give a sacred definition to the human environment.
This theoretical research is part of a new “dramatization of the project” aimed at reaching beyond the boundaries of a polished, elegant modernity that originates in the indifference to the great anthropological themes such as life, death, love, metaphysics and life’s torment.

Andrea Branzi 2014

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