Civilizations without jewels have never existed

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Andrea Branzi.
Civilizations without jewels have never existed

 

A cura di Alessio de’ Navasques

10·Corso·Como Galleria
18 dicembre 2024 – 16 febbraio 2025

 

 

 

10·Corso·Como ricorda e celebra visione e progettualità di Andrea Branzi, a un anno dalla scomparsa, con la mostra

 “Andrea Branzi. Civilizations without jewels have never existed” curata da Alessio de’ Navasques e ospitata dal 18 dicembre 2024 al 16 febbraio 2025 negli spazi della Galleria.

Designer, architetto, storico e teorico, insignito di tre Compassi d’Oro – di cui uno alla carriera – Branzi è stato una figura poliedrica e radicale, autore di un pensiero progettuale che ha attraversato con sensibilità inedita arti applicate, spazio domestico e urbano: un “abitare poetico” e interdisciplinare che la mostra mette a fuoco a partire dalle serie di gioielli in oro e argento, Silver & Gold, e oggetti in argento e legno di betulla, Silver & Wood, realizzati in Belgio nella seconda metà degli anni ’90 e raccolti in una mostra retrospettiva al Design Museum di Gand nel 1998.

L’esposizione dedicata a Branzi si inserisce in un percorso di studio e rilettura – attraverso gli archivi di artisti e designer – delle arti applicate e in particolare di una ricognizione intorno al gioiello e al concetto di ornamento come cifra culturale, all’interno della programmazione artistica di 10·Corso·Como, iniziata con la mostra Pietro Consagra. Ornamenti.
Realizzata in collaborazione con Nicoletta Morozzi e Lorenza Branzi e con le gallerie Casa Argentaurum e Friedman Benda, Andrea Branzi. Civilizations without jewels have never existed è articolata in un percorso che allinea e pone in dialogo opere, documenti, disegni e fotografie. Negli spazi ampi e luminosi della Galleria di 10·Corso·Como, l’allestimento, concepito come un flusso continuo, compone un paesaggio di oggetti esteso in un arco temporale che dalla metà degli anni Ottanta arriva alle ultime realizzazioni del 2023.
Cuore dell’esposizione sono i gioielli, ghirlande in oro e argento, corone e collier che “incorniciando il corpo umano in un paesaggio, ne segnano l’aura con foglie ed elementi naturali, ad evidenziare quella dimensione mistica dell’ornamento nel suo significato primordiale, come mezzo che avvicina l’uomo al divino.”, come scrive Alessio de’ Navasques nel testo che accompagna la mostra. Il titolo stesso del progetto espositivo richiama un assunto di Branzi pubblicato in un articolo apparso sulla rivista Interni nel novembre 2005: “se sono esistite società senza città e senza architettura, non sono mai esistite società senza gioielli; perché essi sono soprattutto il segno evidente di una elaborazione magica della persona umana, e il simbolo della ricerca di un segreto ordine nelle leggi del cosmo.”

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